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MEDITERRANEITÁ INTERIORE: ALBERTI E MONTALE
II confronto dollaffinitá nel campo tematico e nel procedimento poetico- metaforico tra Marinero en tierra e Mediterraneo pué iniziare da alcune considerazioni di carattoro generale. Ci riferiamo precisamente al tema del mare, esgenzialo nelle due pur cosi diverse esporienze poetiche: le due opere possono considerarsi come un poeína costituito da una serie di frammenti uniti tra di loro da un motivo unico: la relaziono tra i poeti o jI Mediterraneo; come una meditazione con e sopra uMediterranoo’5, un ininterrotto dialogo col mare che, nel caso di Alberti, durerá Vareo di una vita intora.
II mare é stato indicato da molti critici come il mito centrale della poesía di MontaJe e di Alberti. Por questultimo, anzi, la Mateo ha osservato che l’elernento marino é l’alimento primo, usangue salato che scorre nolle sue vene: «Y es que resulta casi imposible pensar en el poeta y no tener presente el mar, al igual que lo es pensar el mar sin que aparezca la inconfundible presencia de este singular gaditano cuya presunción mayor es haber nacido a orillas de la bahía más antigua de Occidente. Alberti os el mar y el mar es AIberti»t<~. Esiste una lirica comunione tra i duo pooti e lolomonto equoreo che rende quasi iínpossibile sopararli da esso. Un comune sentimento marino che non é che ji ricordo, pieno di rimpianto, por una condizione originaria (por entrambi l’etá illusa dellinfanzia) ormai perduta por sompro, II racconto di unosperienza eccezionale, quando ancora il ínondo aveva un sonso. Talo sentimento é quello che il Mediterraneo fa nascore nei due poeti; cosicehé il poemetto montaliano e jI libro di Alberti possono esgere interpretati como
prosa d’atto del faticoso processo che porta alía coscienza delluorno adulto. É il Moditerraneo mazo interiore, regione dollanima. In Alberti é quello del golfo di Cadice, dopo lo stretto di Gibilterra e di fronte alía costa africana, dovo le acque mediterranee si immottono nellalto mare aporto e cambiano nomo, por assumere quollo pié vasto e procelloso di Oceano Atíantico. In Montale é umare ligure dello Cinque Torre su cui si affaccia la casa dello sue estati lontane. Questo mare rimpianto forma parte di un paosaggio intoriore di natura fresca, luminosa, piena di armonia e che, esaltata dal ricordo e in contrasto con il mondo urbano, rappresenta un’infanzia paradisiaca, aureolata di innocenza e libertá —nolle parole di Alberti divieno addirittura «un mito solare luminoso, una festa di colon e di spumo, di velieri e di navi, di sabbie e di golfi, di pescatori e di reti, di posci e di scogli»’7—.
La situazione di partenza é la stossa: i due poeti contemplano umare. In realtá contemplano stupiti la vita stessa, la pié profonda, esplorandola, ricorcandone il valore. Ma il tema é il mare, con cui i poeti meditano, dialogano, nel corso dei loro componimenti. Da questo tnomento sono divenuti marinai a ten-a, e la nostalgia entra loro nellanima; si é giá coínpaginato il mito affettivo del mare. Si compie nei due poeti quosto prodigio: uMeditorraneo se lo portano nel cuore, e —come vodreino— nei versi dello loro poesie.

Titre

Mediterraneo mare interiore: Eugenio Montale e Rafael Alberti,
un caso di affinitá mediterranea

Titre Alternatif

in Revue "Cuadernos de Filología Italiana", n°4,  Méditerranée mer intérieure: Eugenio Montale et Rafael Alberti,un cas d'affinité méditerranéenne

Créateur

Éditeur

Servicio de Publicaciones IJCM. Madrid, 1997

Date

1997

Langue

Sujet

Méditerranée mer intérieure, Montale, Alberti

Format

N°4, pp.163-184.

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