La Sardegna e i suoi murales
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[Extrait]
Era il 1968, anno di grande fermento politico-culturale e di rivoluzioni, quando Pinuccio Sciola, in concomitanza con il Corpus Domini e davanti allo stupore dei compaesani, inizia la rivoluzione dei “muri bianchi” coprendo di calce i muri in ladiri (mattoni d’argilla cruda e paglia) di San Sperate e dando il via a uno dei primi esempi d’arte ambientale in Italia.
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UN MUSEO DIFFUSO
Le esperienze di San Sperate e Orgosolo serviranno da modello per altri centri urbani come Villamar, dove l’artista cileno Alan Jofrè, scampato alla dittatura di Pinochet insieme ad altri esuli cileni, tra cui Uriel Parvex, nel 1976 dà vita alla Brigata Salvador Allende e, insieme al Gruppo Arte e Ambiente guidato da Antioco Cotza e al Gruppo artistico di Serramanna, divulga l’attività muralista nella Marmilla e nel Medio Campidano. Sono una cinquantina i murales di Villamar, molti dei quali, appunto, d’impronta cilena per quanto concerne le scelte cromatiche – con prevalenza di giallo, blu e magenta – e l’impianto monumentale delle figure marcate da spessi contorni.
È invece di Luigi Pu colui che lottò contro la legge delle chiudende che nel 1820 istituì la proprietà privata nei terreni destinati a pascolo e coltura a uso comunitario, a favore dei ricchi proprietari terrieri. A trenta chilometri da Cagliari si trova Serramanna con i suoi 23 murales – e uno che si distingue in maniera clamorosa, ma che purtroppo si avvia al degrado. Si tratta di Emigrazione è deportazione (1979), opera di grande perizia tecnica e forte impatto visivo di Antonio Ledda, Nello Putzolu, Ico Arba e Samuele Dessì, dove una famiglia incatenata al di là di una barriera di filo spinato allude all’emigrazione come espropriazione della cultura che colpisce non solo il capo famiglia, ma l’intero nucleo.
Tra gli altri importanti centri che meritano attenzione troviamo Tinnura, nell’antica Planargia, con i suoi 35 murales per 270 abitanti, ovvero la più alta concentrazione della Sardegna. Lungo le strade lastricate in trachite rossa, marmo e basalto, dove si lascia essiccare l’asfodelo per la confezione dei cestini e ci si imbatte in numerose fontane e sculture, affiorano momenti di vita rurale e del piccolo borgo, ma anche malesseri e disagi della comunità che portano la firma di Angelo Pilloni, Giambattista Loi, Francesco del Casino, Archimede Scarpa, Pina Monne e Fernando Mussone.
Quest’ultimo presente anche in un altro piccolo centro non lontano da Tinnura, Montresta, con opere di forte impatto emotivo per l’uso dei fondi neri su cui si stagliano scene di vendemmia, mietitura e raccolta delle olive. E ancora Burgos, nella zona del Goceano, dove, tra il ciclo di murales realizzato da Toni Amos e alcuni allievi, si incrocia quello che è uno dei più grandi della Sardegna con un’estensione di trecentoventi metri quadri. Le pareti utilizzate sono quelle dei muri in calcestruzzo, innalzati per arginare la collina dove sorge il Castello Giudicale di Burgos, dove si snodano episodi che narrano le gesta di Gonario di Torres – colui che volle l’edificazione del castello – tra cui battaglie per la sua conquista, il matrimonio di Adelasia di Torres con Enzo, figlio di Federico Barbarossa, e usi e costumi dell’epoca giudicale.
Nella provincia di Nuoro, più precisamente a Irgoli e Oliena, ha operato la pittrice Liliana Cano, che da una parte mette a confronto vecchie e nuove generazioni e dall’altra funzioni religiose, perlopiù processioni e momenti di vita quotidiana, con personaggi in costume sardo.
Per finire non si può ignorare lo splendido murale dell’artista nicaraguense Leonel Cerrato, che a Norbello esegue episodi attinenti alla scoperta dell’America. Da citare anche il primo murale in assoluto realizzato in terra sarda, precisamente a Sinnai, a opera di uno degli artisti più celebri dell’isola, Foiso Fois, che nel 1964 dà vita a La rinascita, riferito al Piano di Rinascita attraverso il programma di industrializzazione dell’isola. Unico nel suo genere perché realizzato in parte a graffito con un’impronta che risente del Realismo Socialista, è stato transennato a causa della struttura pericolante e delle importanti scrostature che il colore sta subendo.
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La Sardegna e i suoi murales
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La Sardaigne et ses murales
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Artribune
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25 /10/2018
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