Insularità: note sul rapporto fra gli scrittori siciliani e la loro terra
Description
[Extrait]
La bellezza della Sicilia è stata anche la sua maledizione;
i suoi abitanti sono stati rovinati dalla prossimità
agli dei; la loro superbia non è che il risultato della fortuna di cui essi effettivamente godono.
Gabriele Pedullà, “L’immagine del Meridione nel romanzo italiano del secondo Novecento [1941–1975],” Meridiana 47–48 (2003) p 206
Nella sua opera d’esordio Mediterraneo. Un nuovo breviario, Predrag Matvejević scriveva che il continuo movimento del mare tenderebbe a ridisegnare di volta in volta i confini e a rendere per tale motivo meno certa la loro posizione.2 Nondimeno, l’essere circondati dal mare pone di per sé l’idea di un limite netto e ben stabilito, in quanto geograficamente posto. L’atteggiamento nei confronti di tale demarcazione, dunque, potrebbe portare a considerare i margini quale limes che possa riparare dall’incerto e dal nemico, in quanto capace di fornire una delimitazione fisicamente stabilita e predefinita (e perciò difficilmente revocabile). D’altro canto, si potrebbero percepire tali confini come assenti a causa del loro essere così aperti, e quindi capaci di offrire condizioni più favorevoli per la conquista da parte di ipotetici invasori (portatori di guerre e povertà), agevolando nel tempo un sentimento di insicurezza e indifferenza nei riguardi del mare.
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Titre
Insularità: note sul rapporto fra gli scrittori siciliani e la loro terra
Titre Alternatif
Insularité: notes sur le rapport entre les écrivains siciliens et leur terre.
Éditeur
Revue "Carte Italiane", 2(10)
© 2015 Ilaria Fatta. Some rights reserved,
licensed under CC BY 4.0.
Date
2015
Langue
Format
PDF, ISSN, pp. 171-189
0737-9412
Source
California Digital Library
University of California
https://escholarship.org/uc/item/6mm5x563
Droits
Non libre de droits