L’ipotesi
Description
GUIDO GOZZANO , L’ipotesi de Poesie sparse
[…]
Il Re di Tempeste era un tale
che diede col vivere scempio
un bel deplorevole esempio
d’infedeltà maritale,
che visse a bordo d’un yacht
toccando tra liete brigate
le spiaggie più frequentate
dalle famose cocottes...
Già vecchio, rivolte le vele
al tetto un giorno lasciato,
fu accolto e fu perdonato
dalla consorte fedele...
Poteva trascorrere i suoi
ultimi giorni sereni,
contento degli ultimi beni
come si vive tra noi...
Ma né dolcezza di figlio,
né lagrime, né pietà
del padre, né il debito amore
per la sua dolce metà
gli spensero dentro l’ardore
della speranza chimerica
e volse coi tardi compagni
cercando fortuna in America...
- Non si può vivere senza
danari, molti danari...
Considerate, miei cari
compagni, la vostra semenza! -
Vïaggia vïaggia vïaggia
vïaggia nel folle volo 80
vedevano già scintillare
le stelle dell’altro polo...
vïaggia vïaggia vïaggia
vïaggia per l’alto mare:
si videro innanzi levare
un’alta montagna selvaggia...
Non era quel porto illusorio
la California o il Perù,
ma il monte del Purgatorio
che trasse la nave all’in giù.
E il mare sovra la prora
si fu rinchiuso in eterno.
E Ulisse piombò nell’Inferno
dove ci resta tuttora...
Ed è proprio del 1907 il poemetto “L’ipotesi”, nel quale, svolgendo la parodia di Ulisse, ha la possibilità di mostrare l’inadeguatezza dei miti alla realtà contemporanea. La demitizzazione sveste l’eroe omerico dall’aureola di sacralità e intoccabilità (opera già avviata da molti autori, tra i quali ricordiamo lo scrittore greco del II sec. d.C. Luciano di Samosata). Ulisse diviene così un semplice avventuriero che tocca le spiagge mondane del Mediterraneo con il suo lussuoso yacht, alla ricerca di amori portuali. Il fatto che Gozzano scelga un metro canzonatorio e leggero (quasi una filastrocca) connota fin da subito la dimensione negativa in cui viene posto Ulisse. Con la cadenza, regolata da rime incrociate ed alternate, Gozzano oppone all’enfatico canto dannunziano, un tono dimesso che svilisce il mito eroico proposto in “Maia”. Anche le rime (che potremmo definire volutamente “povere”) concorrono alla parodia di Ulisse, la scelta delle rime, infatti, ricade su termini consueti, quotidiani ed abbassa il tono del poemetto (esempio-scempio, lasciato-perdonato, suoi-noi). Un discorso diverso bisogna invece fare per la rima yacht-cocottes, che si caratterizza per l’anacronismo dei termini, ma che comunque concorre anch’essa all’attenuazione del tono complessivo del poemetto. Esso può essere diviso in due parti: nella prima Gozzano svolge la parodia dell’Ulisse di Omero (Vv. 111-122); nella seconda si rifà, invece, all’episodio dantesco. Nella prima parte il “famoso Ulisse” di omerica memoria, diviene con Gozzano il generico “un tale”; confrontando, insomma, le due opere colui che era “un modello di virtù” si trasforma in un infedele dal “vivere scempio”. Dopo aver smontato l’eroe omerico, nella seconda parte, esegue la parodia dell’episodio dantesco (vedi l’analisi di Santina) e con la sostituzione di alcuni termini il lirismo del grande fiorentino assume un tono quotidiano e colloquiale (Penelope diviene “la sua dolce metà…”).
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Gozzano, Guido (1883-1916) |
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Titre
L’ipotesi
Créateur
Date
1907
Langue
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Source
Wikisource (consulté le 1 mars 2022)
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