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[chapitre X]

 […]Il mare era del color della sciara, sebbene il sole non fosse ancora tramontato, e di tratto in tratto bolliva tutt'intorno come una pentola.

- Adesso i gabbiani devono essere tutti a dormire: osservò Alessi.
- A quest'ora avrebbero dovuto accendere il faro di Catania, disse 'Ntoni, ma non si vede niente.
- Tieni sempre la sbarra a greco, Alessi, ordinò il nonno, fra mezz'ora non ci si vedrà più, peggio di essere in un forno. Con questa brutta sera e' sarebbe meglio trovarsi all'osteria della Santuzza.

- O coricato nel tuo letto a dormire, non è vero? rispose il nonno; allora dovevi fare il segretario, come don Silvestro.

Il povero vecchio aveva abbaiato tutto il giorno pei suoi dolori. - E' il tempo che muta! diceva lui, lo sento nelle ossa io.

Tutt'a un tratto si era fatto oscuro che non ci si vedeva più neanche a bestemmiare. Soltanto le onde, quando passavano vicino alla Provvidenza, luccicavano come avessero gli occhi e volessero mangiarsela; e nessuno osava dire più una parola, in mezzo al mare che muggiva fin dove c'era acqua.

- Ho in testa, disse a un tratto 'Ntoni, che stasera dovremo dare al diavolo la pesca che abbiamo fatta.

- Taci! gli disse il nonno, e la sua voce li fece diventare tutti piccini piccini sul banco dov'erano.

Si udiva il vento sibilare nella vela della Provvidenza e la fune che suonava come una corda di chitarra. All'improvviso il vento si mise a fischiare al pari della macchina della ferrovia, quando esce dal buco del monte, sopra Trezza, e arrivò un'ondata che non si era vista da dove fosse venuta, la quale fece scricchiolare la Provvidenza come un sacco di noci, e la buttò in aria.

- Giù la vela! giù la vela! gridò padron 'Ntoni. Taglia! taglia subito!

'Ntoni, col coltello fra i denti, s'era abbrancato come un gatto all'antenna e ritto sulla sponda per far contrappeso, si lasciò spenzolare sul mare che gli urlava sotto e se lo voleva mangiare.

- Tienti forte; tienti forte! g]i gridava il nonno in quel fracasso delle onde che lo volevano strappare di là, e buttavano in aria la Provvidenza e ogni cosa e facevano piegare la barca tutta di un lato, che dentro ci avevano l'acqua sino ai ginocchi. - Taglia! taglia! ripeteva il nonno.

- Sacramento! esclamò 'Ntoni. Se taglio, come faremo poi quando avremo bisogno della vela?

- Non dire sacramento! che ora siamo nelle mani di Dio!

Alessi s'era aggrappato al timone, e all'udire quelle parole del nonno comincio a strillare: - Mamma! mamma mia!

- Taci! gli gridò il fratello col coltello fra i denti. Taci o ti assesto una pedata!

- Fatti la croce, e taci! ripeté il nonno. Sicché il ragazzo non osò fiatare più.

Ad un tratto la vela cadde tutta di un pezzo, tanto era tesa, e 'Ntoni la raccolse in un lampo e l'ammainò stretta.

- Il mestiere lo sai come tuo padre, gli disse il nonno, e sei Malavoglia anche tu.

La barca si raddrizzò e fece prima un gran salto; poi seguitò a far capriole sulle onde.

- Dà qua il timone; ora ci vuole la mano ferma! disse padron 'Ntoni; e malgrado che il ragazzo ci si fosse aggrappato come un gatto anche lui, arrivavano certe ondate che facevano sbattere il petto contro la manovella a tutt'e due.

- Il remo! gridò 'Ntoni, forza nel tuo remo, Alessi! che a mangiare sei buono anche tu. Adesso i remi valgono meglio del timone.

La barca scricchiolava sotto lo sforzo poderoso di quel paio di braccia. E Alessi ritto contro la pedagna, ci dava l'anima sui remi come poteva, anche lui.

- Tienti fermo! gli gridò il nonno che appena si sentiva da un capo all'altro della barca, nel fischiare del vento. - Tienti fermo, Alessi!

- Sì, nonno, sì! rispose il ragazzo.

- Che hai paura? gli disse 'Ntoni.

- No, rispose il nonno per lui. Soltanto raccomandiamoci a Dio.

- Santo diavolone! esclamò 'Ntoni col petto ansante, qui ci vorrebbero le braccia di ferro come la macchina del vapore. Il mare ci vince.

Il nonno si tacque e stettero ad ascoltare la burrasca.

- La mamma adesso dev'essere sulla riva a vedere se torniamo; disse poi Alessi.

- Ora lascia stare la mamma, aggiunse il nonno, è meglio non ci pensare.

- Adesso dove siamo? domandò 'Ntoni dopo un altro bel pezzo, col fiato ai denti dalla stanchezza.

- Nelle mani di Dio, rispose il nonno.

- Allora lasciatemi piangere! esclamò Alessi che non ne poteva più. E si mise a strillare e a chiamare la mamma ad alta voce, in mezzo al rumore del vento e del mare; né alcuno oso sgridarlo più.

- Hai un bel cantare, ma nessuno ti sente, ed è meglio starti cheto, gli disse infine il fratello con la voce mutata che non si conosceva più nemmeno lui. Sta zitto, che adesso non è bene far così, né per te né per gli altri.

- La vela! ordinò padron 'Ntoni; il timone al vento verso greco, e poi alla volontà di Dio.

Il vento contrastava forte la manovra, ma in cinque minuti la vela fu spiegata, e la Provvidenza cominciò a balzare sulla cima delle onde, piegata da un lato come un uccello ferito. I Malavoglia si tenevano tutti da un lato, afferrati alla sponda; in quel momento nessuno fiatava, perché quando il mare parla in quel modo non si ha coraggio di aprire bocca.

Padron 'Ntoni disse soltanto: - A quest'ora laggiù dicono il rosario per noi.

E non aggiunsero altro, correndo col vento e colle onde, nella notte che era venuta tutt'a un tratto nera come la pece.

- Il fanale del molo, - gridò 'Ntoni, - lo vedete?

- A dritta! gridò 'Ntoni, a dritta! Non e il fanale del molo. Andiamo sugli scogli. Serra! serra!

- Non posso serrare! rispose 'Ntoni colla voce soffocata dalla tempesta e dallo sforzo, la scotta è bagnata. Il coltello, Alessi, il coltello.

- Taglia, taglia, presto.

In questo momento s'udì uno schianto: la Provvidenza, che prima si era curvata su di un fianco, si rilevò come una molla, e per poco non sbalzò tutti in mare; l'antenna insieme alla vela cadde sulla barca, rotta come un filo di paglia. Allora si udì una voce che gridava: Ahi! come di uno che stesse per morire.

- Chi è? chi è che grida? domandava 'Ntoni, aiutandosi coi denti e col coltello a tagliare le rilinghe della vela, la quale era caduta coll'antenna sulla barca e copriva ogni cosa. Ad un tratto un colpo di vento la strappò netta e se la porto via sibilando. Allora i due fratelli poterono sbrogliare del tutto il troncone dell'antenna e buttarlo in mare. La barca si raddrizzò, ma padron 'Ntoni non si raddrizzò, lui, e non rispondeva più a 'Ntoni che lo chiamava. Ora, quando il mare e il vento gridano insieme, non c'è cosa che faccia più paura del non udirsi rispondere alla voce che chiama. - Nonno, nonno! gridava anche Alessi, e al non udir più nulla, i capelli si rizzarono in capo, come fossero vivi, ai due fratelli. La notte era così nera che non si vedeva da un capo all'altro della Provvidenza, tanto che Alessi non piangeva più dal terrore. Il nonno era disteso in fondo alla barca, colla testa rotta. 'Ntoni finalmente lo trovo tastoni e gli parve che fosse morto, perché non fiatava e non si muoveva affatto. La stanga del timone urtava di qua e di là, mentre la barca saltava in aria e si inabissava. 

[chapitre XV]

 - Addio, - ripeté 'Ntoni. - Vedi che avevo ragione d'andarmene! qui non posso starci. Addio, perdonatemi tutti.

E se ne andò colla sua sporta sotto il braccio; poi, quando fu lontano, in mezzo alla piazza scura e deserta, che tutti gli usci erana chiusi, si fermò ad ascoltare se chiudessero la porta della casa del nespolo, mentre il cane gli abbaiava dietro, e gli diceva col suo abbaiare che era solo in mezzo al paese. Soltanto il mare gli brontolava la solita storia lì sotto, in mezzo ai fariglioni, perché il mare non ha paese nemmeno lui, ed è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare, di qua e di là dove nasce e muore il sole, anzi ad Aci Trezza ha un modo tutto suo di brontolare, e si riconosce subito al gorgogliare che fa tra quegli scogli nei quali si rompe e par la voce di un amico.

Titre

I Malavoglia [Extraits]

Date

1881

Langue

Place

Source

Giovanni Verga, I Malavoglia, Einaudi, 1985

Droits

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