Description

I pastori

Settembre, andiamo. E’ tempo di migrare.

Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all’Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.
 
Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d’acqua natìa
rimanga ne’ cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d’avellano.
 
E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina!
 
Ora lungh’esso il litoral cammina
la greggia. Senza mutamento è l’aria.
il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquìo, calpestìo, dolci romori.
 
Ah perché non son io co’ miei pastori?



"L’estate alcionia è ormai quasi finita. La sezione Sogni di terre lontane, aperta da "I pastori", rappresenta un commiato della stagione versiliese a una apertura verso altri orizzonti, sognati, irraggiungibili nel presente, ma fortemente evocativi. Il primo di questi luoghi della memoria è l’Abruzzo in cui i pastori conducono le greggi dai pascoli alti al mare. Poter essere insieme a loro. Poter sprofondare nella mitologia di un passato affettuosamente (e letterariamente) ricostruito."
Luperini, Cataldo, Marchiani, Marchese, Il nuovo La scrittura e l’interpretazione 5, Plaumbo, 2012, p. 488.

Titre

I pastori de Alcyone

Date

1899-1903

Langue

Place

Source

Wikisource (consulté le 2 mars 2022)

Droits

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