Description

[Abstract]
In the years of economic miracle Italy knows the expansion of tourism. Many movies have shown the new holiday of the Italians, helping to define the imagery of mass tourism. But an important role in this direction has been played by the main Italian newsreel of the fifties and sixties, La Settimana Incom. The essay examines the newsreel numbers centered on the holiday during the economic miracle. In parallel to the emerging beach tourism, newsreels Incom concerning holiday are mostly made in the most developed seaside resorts, those of central and northern Italy. La Settimana Incom also talks about tourism development in the South, but it is hoped instead real. The newsreel Incom, near the main ruling party, also said the government’s efforts for the tourism take off in the country and especially in the underdeveloped South. Propaganda intent is seen even in the commercial promotion of particular locations and facilities. Of the Italian tourism are only shown signs of growth, but not those of backwardness. More generally, the holiday is told by the newsreel with ironic and light tone, even when they are brought to light the limits of mass tourism, such as the overcrowding of beaches, traffic and chaos.
[Extrait]
Col miracolo economico l’Italia conosce il turismo di massa. La vacanza, prima un lusso per pochi eletti, diventa appannaggio di strati sempre più ampi della popolazione. L’immaginario del miracolo ci restituisce istantanee di spiagge sovraffollate, corpi in costume da bagno in acqua o distesi al sole, vetture in lunghe code verso i principali luoghi di vacanza del Belpaese. Il cinema di finzione ha contribuito moltissimo alla costruzione di questo immaginario festoso e leggero[Cfr. M. Zinni, Rappresentare il benessere. Gli italiani e le vacanze nel cinema del “miracolo”, in Penso che un sogno così non ritorni mai più. L’Italia del miracolo tra storia, cinema, musica e televisione, a cura di P. Cavallo, P. Iaccio, Liguori Editore, Napoli 2016, pp. 217-233]. Ma il mito della vacanza e dello sviluppo turistico del paese è stato veicolato anche dal principale cinegiornale italiano, La Settimana Incom, proiettata con regolarità nelle sale cinematografiche tra gli anni Cinquanta e Sessanta [La casa di produzione INCOM si affaccia nel settore documentaristico sin dal 1938, sotto la direzione di Sandro Pallavicini. Ma è a partire dal 1946 e per circa un ventennio che si afferma nel campo del cinegiornalismo grazie a La Settimana Incom, i cui numeri (due o tre a settimana, in media) hanno raccontato agli Italiani nelle sale le trasformazioni del paese, dagli anni bui del dopoguerra a quelli ferventi del boom dell’economia. Cfr. La Settimana Incom. Cinegiornali e informazione negli anni ’50, a cura di A. Sainati, Lindau, Torino 2001]. In che modo è rappresentato l’esplodere del turismo di massa in Italia negli anni del boom ne La Settimana Incom? Il saggio prova a rispondere a questa domanda prendendo in esame i numeri del cinegiornale incentrati sul tema [I filmati sono consultabili sul sito http://www.archivioluce.com. Grazie ad un lavoro di acquisizione, catalogazione e digitalizzazione dell’Istituto Luce, circa 2550 numeri de La Settimana Incom sono facilmente fruibili in rete attraverso un sistema che consente anche la ricerca per temi.] nel periodo compreso tra il 1957 e il 1963, anni convenzionalmente associati al miracolo.
Il turismo di massa e la geografia turistica in Italia
La nascita del turismo di massa si collega all’aumento del benessere economico che l’Italia – parallelamente ad altri paesi europei – conosce tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Sono diversi i fattori che concorrono all’affermazione del turismo per tutti: l’aumento dei redditi, ma anche la conquista delle ferie retribuite, la maggiore disponibilità di mezzi di trasporto e il potenziamento delle reti stradali, la definizione del tempo di lavoro e del tempo libero.

Già pochi anni dopo la fine della guerra, in piena ricostruzione, i primi turisti stranieri fanno capolino in Italia, sui litorali del Nord del paese o nelle più belle città d’arte. A partire dagli anni Cinquanta anche gli Italiani si mettono in viaggio, dapprima sui pullman per brevi escursioni, poi via via con l’auto, per una gita fuori porta giornaliera o una villeggiatura di più giorni [A. Berrino, Storia del turismo in Italia, il Mulino, Bologna 2011, pp. 246-252]. L’aumento esponenziale delle vetture e il miglioramento crescente della rete stradale e autostradale negli anni del boom allungano le distanze spaziali e temporali delle vacanze. Si va sempre più lontano, alla ricerca dello svago e dell’evasione. Ma per tutti gli anni Cinquanta e Sessanta gli itinerari dei vacanzieri si fermano alle regioni del Centro Nord. Dal Veneto alle Marche si affollano di bagnanti le coste adriatiche. Allo stesso modo sui litorali liguri e toscani. Il turismo balneare tocca, infine, alcune località del Lazio e della Campania. Per il resto il Sud, con qualche piccola eccezione nelle isole, resta inesplorato, salvo per i pochi amanti di scenari incontaminati o per gli emigranti che fanno ritorno a casa. Il Mezzogiorno, nonostante le sue indiscutibili bellezze, nell’epoca del boom non è ancora in grado di accogliere i turisti [A. Berrino, Storia del turismo in Italia, il Mulino, Bologna 2011, pp. 263-265].

Table des matières

Il turismo di massa e la geografia turistica in Italia
Il Sud tra arretratezza e sviluppo turistico. I casi di Sicilia e Sardegna
Conclusioni

Titre

Le vacanze degli Italiani nel cinegiornale Incom

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Site Officiale della storia
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