Description

L’esclusa è il primo romanzo di Pirandello. Segna il cambio di strada. Sino ad allora è stato un poeta faticoso, un filologo romanzo laureatosi a Bonn con una tesi sul dialetto di Girgenti, un traduttore dal tedesco, un intellettuale in cerca.
[Résumé éditeur]
Una giovane tanto bella quanto casta, Marta Ajala, viene ingiustamente accusata di infedeltà dal marito e ripudiata. Inappellabilmente considerata una fedifraga, tutti la evitano. Iniziano così le sue peripezie, in una ineluttabile concatenazione di eventi che condurrà la protagonista, attraverso un rocambolesco riscatto, a un finale nel quale la realtà iniziale paradossalmente si ricompone. Primo romanzo di Pirandello, meditato fin dal 1893 e qui presentato nella stesura definitiva del 1927, "L'esclusa" parte da una situazione tipicamente verista per svelare alla fine, attraverso i meccanismi dell'umorismo, il destino dell'essere umano, inchiodato tra gli enigmi e gli istinti vitali dell'anima da un lato e le costrizioni, le maschere della vita sociale dall'altro, in balia dei capricci della sorte. Introduzione di Stefano Carrai.

Titre

L'esclusa

Éditeur

Mondadori

Date

(1902) 26/05/2020

Langue

Format

12.8 x 19.8 cm, 238 pages

Source

Dialoghi mediterranei Quando Pirandello copiò Pitrè e Marta Ajala divenne L’esclusa (consulté le 11 juillet 2022) Site évoquant les emprunts de Pirandello pour L'esclusa à l'oeuvre Pitrè e Marta Ajala

[Extrait]

Sul quotidiano «La Tribuna», tra il 26 giugno e il 19 agosto del 1901, Pirandello pubblica L’esclusa. Nel IX capitolo del romanzo, nel paese in cui abita la protagonista Marta Ajala, si svolge una festa. Si tratta di sequenza narrativa di enorme rilievo dal punto di vista filologico, antropologico e critico letterario. All’inizio del IX capitolo, comincia la festa:

 «Prima dell’alba del giorno appresso furono destate di soprassalto da uno strepito indiavolato giù per la strada: urli, grida scomposte che andavano al cielo, fischi spaventevoli di bùccine marine. [...] Come ogni anno, sù dalla borgata marina venivano in tumulto, su lo spuntar del giorno, i così detti pescatori: quasi tutta la gente che abitava in riva al mare, non dedita alla pesca soltanto. A loro, a gli abitanti della borgata, era serbato per antica abitudine l’onore di portare in trionfo per le vie della città il fèrcolo dei due santi patroni, che appunto al mare avevano sofferto il loro primo martirio e su i marinaj perciò facevano valere più specialmente la loro protezione. | Così ogni anno la città era destata da quell’invasione fragorosa, come dal mare stesso in tempesta».

Diversi elementi, nel corso del romanzo, rendono riconoscibile in Agrigento il luogo in cui si sta svolgendo l’evento festivo. Ma il rito è detto di «San Cosimo e Damiano». «Il giorno della festa dei santi patroni del paese», scrive Pirandello. Eppure, la festa è unanimemente ritenuta quella agrigentina di S. Calogero.

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