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[Extrait]
Il romanzo come mezzo per scavare nella realtà dell’uomo: Niebla. Il romanzo e il teatro pertanto consentono ai due letterati di scavare nella realtà vera dell'uomo conseguendo la maggiore nudità e autenticità possibili, ma anche di raccontare il dramma umano attraverso la mediazione dei personaggi di finzione protagonisti delle loro opere.
L'uomo è circondato da apparenze fenomeniche dalle quali riceve segnali caotici e spesso contraddittori che rinviano all'essere ma in modo equivoco; la ricerca della realtà è perciò una «dolorosa ermeneutica» nel corso della quale l'uomo prende coscienza dell'assenza di tracce dirette che rimandino all'autenticità e alla verità delle cose e delle persone [10]. L'uomo è perciò costretto a orientarsi tra apparenze e maschere per riuscire a cogliere l'essenza delle cose: questa non è qualcosa di dato, ma un risultato cui si arriva gradualmente. Ciò che è dentro gli oggetti, dentro gli uomini non si lascia penetrare facilmente, ma richiede un notevole sforzo interpretativo. Il rapporto dialettico tra realtà e finzione, inteso come gioco dell'essere e dell'apparire relativamente a Unamuno trova chiara esplicitazione nei capitoli XXX e XXXI del romanzo Niebla: Augusto nel momento in cui incontra l'amico Victor è fortemente deluso per il fatto di essere stato beffato, di essere stato coperto di ridicolo; pertanto, sopraffatto dalla disperazione prende la decisione di suicidarsi, di porre fine a quell'esistenza reale cui è arrivato attraverso l'esperienza dolorosa e conflittuale con Eugenia: per anni lo stesso Augusto dichiara di aver vagato come un fantasma, come un pupazzo di nebbia, senza nemmeno credere di esistere. Prima di mettere in atto il suo proposito Augusto decide di consultarsi con l'autore del romanzo: nel capitolo XXXI dell'opera, infatti, Unamuno anticipa la sua «creatura» cui rivela l'impossibilità di suicidarsi, la cui condizione necessaria è l'essere vivo [11], Unamuno, autore onnisciente, nel dissuadere l'uomo dal suo proposito, sottolinea come l'uomo sia solo un prodotto della fantasia dell'autore e dei lettori, un personaggio [12]. Ovviamente ciò scatena la ribellione del personaggio e la reazione dell'autore: è in gioco il potere di creare. Augusto cerca di trovare sostegno alle sue argomentazioni nelle idee «reali» che l'autore ha esposto nei suoi scritti, sottolineando che l'uomo in carne e ossa [13] e l'ente di finzione sono la stessa cosa, sono uguali: entrambe sono opere create, portatrici di un'autentica seppur diversa realtà. Entrambi hanno una vita, una storia, una biografia che possono essere raccontate. La letteratura permette di rivelare qualcosa che avviene nel tempo e risponde a un impulso conoscitivo tipicamente umano; il linguaggio, invece, permette di attribuire realtà perché conoscenza poetica.

Table des matières

Il romanzo come mezzo per scavare nella realtà dell’uomo: Niebla
Il dramma come mezzo per scavare nella realtà dell’uomo: Sei personaggi in cerca d’autore
L’Io «intimo e soggettivo» vs l’Io «superficiale»
Unamuno e Pirandello sotto la lente d’ingrandimento della critica letteraria
Una nuova figura o il labile confine tra personaggio e uomo

Titre

Unamuno e Pirandello: affinità ideologiche tra romanzo e dramma

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Éditeur

Orizzonti culturali italo rumeni, rivista interculturale bilingue

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http://www.orizzonticulturali.it
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