Description

Représentation Teatro Santa Chiara, Trento (IT).
I testi che vengono presentati sono lavori estremamente diversi fra loro ma che pur tuttavia contengono forti elementi di analogia. Innanzi tutto la derivazione dalla narrativa. "L'uomo dal fiore in bocca" fu pubblicato come novella con il titolo "La morte addosso", solo in seguito l'Autore la trasformò in pièce teatrale senza praticamente apportare modifiche al testo ma semplicemente cambiando l'impostazione tipografica. "La carriola" per contro, è rimasta solo ed esclusivamente in forma di novella ma il personaggio monologante ha contorni così definiti, così marcatamente teatrali, grotteschi, surreali eppure realistici da costituire, per un attore, una forte tentazione dal punto di vista interpretativo. Lo stringato adattamento della novella "Tragedia di un personaggio" ha qui funzione di prologo introducendo l'autore come personaggio - quasi un gioco di teatro nel teatro - che evoca i suoi personaggi con distaccato umorismo. L'opera di Pirandello non si può dividere in compartimenti stagni ma rappresenta un continuum stilistico e poetico. Talvolta in un'opera se ne innesta un'altra attraverso autocitazioni. Ne "La carriola" ad esempio, un intero passaggio è stralciato testualmente e senza modifiche da "Uno, nessuno e centomila". la scrittura di Pirandello ha sempre comunque forza e suggestioni teatrali. I suoi personaggi vivono hanno una loro vita propria, al di la del testo, prima e dopo l'aprirsi del sipario. I "Sei personaggi" soffrono veramente di quel loro destino alla ricerca di un autore che li sottragga al limbo di una vita non nata. E' illuminante, del resto, a proposito del rapporto tra l'Autore e le sue creature, la celebre novella "Colloqui con i personaggi". ed ecco che anche le riflessioni sulla morte e sulla follia si intrecciano. l'uomo dal fiore in bocca non è solamente un uomo disperato per la consapevolezza dell'imminenza della morte (disperazione che viene spesso con troppa enfasi sottolineata), ma è un uomo al quale questa consapevolezza ha permesso di rivedere la realtà con occhi diversi, la condizione dell'esistenza, il senso del nostro rapido balenare nell'essere. Il crudele cinismo, con il quale spudoratamente esibisce la sua morte ad uno sconosciuto qualsiasi, è la sua vendetta nei confronti del destino. C'è quasi una forma di sadismo nell'infliggere all'ignaro interlocutore, colpevole solamente di avere perduto il treno in una notte d'estate, la condanna di dover anch'egli rivedere tutta la sua vita, le banali verità, i fragili puntelli che sorreggono i castelli dicarte della sua pacifica esistenza. Vendetta contro il destino è anche quella del Professore, luminare del diritto, protagonista de "La carriola". vendetta attraverso una forma di lucido delirio, follia liberatoria dalla morte. Una morte diversa da quella procurata dalla malattia. Quella morte che ci precede: non essere mai nati. Quella di ritrovarci in una forma che non ci appartiene e in cui non ci riconosciamo impostaci dal Caso e dalle regole, spesso incomprensibili, della vita sociale. La logica stringente della follia del protagonista lo conduce ad esiti paradossali, grotteschi, surreali; ed anche qui il percorso intellettuale si fa teatrale attraverso un gioco, una finzione. Un gioco che a lui - investito come un sacerdote del suo ruolo di autorità sociale - non è concesso. Solo nel più assoluto segreto egli può liberarsi. E' necessaria però una relazione, un interlocutore perché l'atto purificatorio del rito sia compiuto. Ma questa presenza viva ne annulla la segretezza: anche lo sguardo di una bestia rappresenta una coscienza vigile che ci osserva e ci proietta fuori da noi stessi. E' la natura. Presenza costante che non ci lascia mai soli che impedisce alla coscienza di risolversi in se stessa. ed anche questo è teatro, nel senso originario del termine: theaomai. Io guardo. La natura ci guarda, la nostra coscienza ci guarda e, distruggendo lo specchio che rimanda la nostra immagine, otterremo solo di moltiplicarla come in un delirio. Temi universali ma anche di grande attualità. In un epoca che ci propone il culto dell'immagine e la ricerca dell'identità attraverso forme di esasperazione collettiva ed individuale, Pirandello sta ancora li a ricordarci che la realtà dell'uomo è costantemente sospesa sull'orlo fra la coscienza e la sua negazione, che la follia si annida dietro la più apparente normalità, che la morte è una presenza costante celata dietro l'incomprensibilità delle nostre esistenze.

Titre

L'uomo dal fiore in bocca. La crriola. Tragedia di un personaggio

Éditeur

Prod. Teatro dell'arte - Torino

Date

mars 2002

Langue

Format

Représentation filmée, 1h 21,43 mn

Source

YouTube
Voir la représentation en ligne (consulté le 5 juillet 2022)

Droits

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