Vesuvius
Vésuve
Description
« Il rapporto di Warhol con Napoli è, vitale già prima di Fate presto. Direi, anzi, che quest’opera, Fate presto, preghiera e ammonimento, a un tempo, si alimenta proprio dell’intesa e dell’amicizia esaltata in una trasparente mattina di primavera: dall’incontro, appunto, con Beuys che, da tempo, ha scelto Napoli come città numinosa del suo viaggio in Italia. “Amo Napoli perché mi ricorda NewYork”. “Come New / York è una città /che cade a pezzi, e nonostante tutto / la gente è felice comme quella di New York” sono le parole d’amore che Warhol rivolge alla città. [A. Warhol, “Una poesia per “Il Mattino””, in Il Mattino, 1 aprile 1980] [...] “mi raccomando appena succede qualcosa di nuovo mandatemi a prendere in aereo, così finalmente potrò dipingerla dal vero”, è la raccomandazione di Warhol proprio il giorno in cui si inaugura al museo di Capodimonte, nel Salone dei Camuccini, la sua mostra, Vesuvius by Warhol. E il diciotto luglio del 1985. Warhol chiede, spera, di poter finalmente dipingere dal vero l’eruzione dello « sterminator Vesevo » che, ora, ha consegnato a quindici opere fiammeggianti, acrilici su tela e serigrafie su cartone. Così, Warhol, cinque anni più tardi, rinnova con Napoli il suo legame di amicizia. [...] con Vesuvus by Warhol, l’artista assume una delle figure, costante e mito al tempo stesso, della cultura di Napoli come luogo del suo lavoro. Che Warhol scelga il Vesuvio – topos, storia e leggenda -, la cui immagine compare per la prima volta nello spazio dell’arte in un dipinto di Brugel nella seconda metà del Cinquecento, come fifura dei suoi lavori non sorprende più di tanto. La Pop Art ha utilizzato, fin dall’avvio, immagini e materiali colti. Il Temple of Apollo del ’64 di Lichtenstein è un esempio a portata di memoria. Il fatto è che il Temple of Apollo per Lichtenstein non vale più di Varoom proprio come per Warhol la Campbell’s Tomato Soup Can non è meno preziosa di queste folgoranti immagini del Vesuvio. Certo, per questa mostra, sottolinea l’artista, “ho fatto molte cose direttamente a mano e, da questo punto di vista, potrebbero somigliare ai ritratti”. Dunque per lavorare a questo “grande pezzo di scultura”, l’eruzione del Vesuvio, Warhol sembra abbandonare l’impersonalità e l’atteggiamento anestetizzante. Sembra che, ripensando le sue stesse idee sull’arte, ritorni, in qualche modo, all’antico mestiere, presto abbandonato, del pittore che fa a mano. Ma a me pare soltanto un gioco crudele, perché la rinnovata fedeltà alla pazienza artigianale spinge ancora di più la pittura lontana da sé e dalle sue radici. Alla fine, il Vesuvio, Vesuvius by Warhol, è, essenzialmente, il Vesuvio dei fumetti e dell’imagerie di massa, prossimo allo sfolgorio dei fuochi d’artificio e ai colori accattivanti di gelati immensi.”
Angelo Trimarco, Napoli, Un racconto d’arte, 1954/ 2000, Editore Riuniti (Roma), 2002, p. 177
Contenus liés
Napoli (Italia) |
Italie |
Titre
Vesuvius
Vésuve
Titre Alternatif
Napoli
Naples
Date
1985
Format
Toile acrylique
Dimensions
230 x 300 cm
Place
Couverture temporelle
Format
Toile acrylique 230 x 300 cm
Source
Musée de Capodimonte, Naples
Voir cette œuvre sur le site du musée
Droits
Non libre de droits