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[Extrait]
"La parola napoletanità fu usata per la prima volta da Antonio Ghirelli nel suo libro Storia di Napoli, dove trasferisce su Masaniello, capo della storica rivolta del 1647 a Napoli, tutta l’essenza del termine, in quanto rappresentante di un particolare periodo storico di cui riveste anche l’aspetto sociale. Per Ghirelli questa napoletanità è andata sviluppandosi nel tempo e la racconta nell’incarnazione della genialità settecentesca, nell’originalità della musica, nell’estro delle acrobazie verbali degli intellettuali, ma la raffigura anche come un grido del popolo napoletano, un messaggio nella bottiglia, che simboleggia una volontà di mantenere intatte le proprie origini. [Cfr. Antonio Ghirelli, Storia di Napoli, Einaudi, Torino 2015.]
Raffaele La Capria è stato forse l’incarnazione della metafora della napoletanità, non solo perché ne parla apertamente, ma soprattutto perché i suoi libri sono prevalentemente dei saggi su una Napoli raccontata attraverso le proprie esperienze, la propria vita. Racconta di Napoli, narrando vicende personali, dimostrando come la quotidianità del popolo si rifletta e influenzi la vita di chi scrive; non analizza la società a cui appartiene attraverso filtri ideologici, usa, invece, il suo sguardo, lo sguardo di un figlio di una collettività, un figlio fortunato perché appartenente alla borghesia, che gli consente di guardare dall’esterno la plebe, ma questa stessa fortuna non gli permette di essere parte di quella plebe. In L’armonia perduta disserta sul concetto di napoletanità, se esiste ancora questo senso di appartenenza, questo senso di identità, e soprattutto cosa significhi. Per La Capria, oggigiorno, la napoletanità non ha un’accezione positiva, perché non racchiude più in sé il sentimento di armonia e di unità napoletana, che invece aveva in passato; tutt’altro, oggi rischia di essere un termine ridicolo e decadente, proprio perché si è persa quella «armonia» che era tipica degli intellettuali del passato. Di questa «armonia perduta» incolpa il processo di distruzione da parte della piccola borghesia verso l’alta borghesia che avrebbe depauperato, così, lo stato napoletano della sua autenticità culturale e sociale.[Raffaele La Capria, Napoli. L’armonia perduta – L’occhio di Napoli – Napolitan graffiti, Mondadori, Milano 2015.]
Uno scrittore vale per quello che scrive, che produce e, quindi, per quello che crea e i libri-saggio di Raffaele La Capria vanno considerati delle creazioni; solo un’attenta analisi della dicotomia tra lo scrittore e la sua città può garantirci di afferrare la staticità della realtà del popolo napoletano, perché un’analisi ha lo scopo di entrare nel profondo di un concetto, di un’idea, o, come nel nostro caso, di un libro, deve sviscerarne i collegamenti interni ed esterni per verificarne la stratificazione; l’organizzazione di un’opera rivela soprattutto le motivazioni che hanno spinto l’autore a scriverla, la sua struttura assume importanza man mano che viene a galla e il motivo centrale in Ferito a morte, la sua metafora, si palesa già nell’incipit:
«La spigola, quell’ombra grigia profilata nell’azzurro, avanza verso di lui e pare immobile, sospesa, come un reattore quando lo vedi sbucare ancora silenzioso nel cerchio tranquillo del mattino. L’occhio fisso, di celluloide, il rilievo delle squame, la testa corrucciata di una maschera cinese – è vicina, vicinissima, a tiro. La Grande Occasione. L’aletta dell’arpione fa da mirino sulla linea smagliante del fucile, lo sguardo segue un punto a destra delle branchie. Sta per tirare – sarà piú di dieci chili, pensa – e la Cosa Temuta si ripete: una pigrizia maledetta che costringe il corpo a disobbedire, la vita che nel momento decisivo ti abbandona. Luccica lí, sul fondo di sabbia, la freccia inutile. La spigola passa lenta, come se lui non ci fosse, quasi potrebbe toccarla, e scompare in una zona d’ombra, nel buio degli scogli. Adesso sta inseguendo la Grande Occasione Mancata». [Raffaele La Capria, Ferito a morte, Mondadori, Milano, 1984, p.9.]

" (Centenario. Raffaele La Capria, la sua Napoli e la napoletanità: il sussurro di un grido (Orizzonti culturali, consulté le 3 octobre 2024)

Titre Alternatif

in "Orizzonti culturali Italo-Romeni"

Créateur

Éditeur

Rivista culturale bilingue 'Orizzonti culturali italo-Romeni"

Langue

Source

www.orizzonticulturali.it (consulté le 3 octobre 2024)

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