Description

Ce tableau représente un jeune pêcheur debout dans la lagune vénitienne par un matin bleu éclatant. Le sujet a été traité à plusieurs reprises par le peintre à partir des années 1870, mais dans cette toile le traitement est plus assuré et moins analytique que dans d'autres comme Dans la vallée - Lagune vénitienne, ce qui permet de la dater de quelques années plus tard. Par rapport à ce dernier, la figure du pêcheur est ici centrale, en accord avec la vue animée privilégiée par l'artiste, que l'on retrouve également dans Canal de la Giudecca et Gondole sur la lagune, et qui caractérise la peinture paysagère d'autres artistes vénitiens comme Pietro Fragiacomo, comme en témoigne son Paysage lagunaire avec bateaux (Milan, Collection Intesa Sanpaolo). La toile Cariplo a cependant une plus grande immédiateté. Le pêcheur est représenté alors qu'il lève son filet et se dirige vers le rivage ; l'horizon est à peine délimité par des taches de couleur indiquant une ville au loin et plusieurs bateaux, représentés par touches rapides, naviguent sur la lagune. L’observation attentive et le rendu pictural de la vie réelle dans ce tableau montrent que la peinture paysagère de Ciardi a été profondément influencée par les Macchiaioli et l’école anti-académique de Resina, avec lesquels il s’est formé respectivement à Florence et à Naples. (Source artsandculture, consulté le 9 octobre 2024)

“Si tratta di un soggetto che ricorre assai frequentemente nella pittura di marina di Ciardi, fin dai dipinti datati alla fine degli anni Sessanta. La figura del pescatore, colto in un momento del suo lavoro, viene posizionata al centro delle diagonali prospettiche sulle quali è impostata la composizione. Ciò nonostante il personaggio, pure avendo una proporzione dimensionale consistente, non assume un rilievo determinante alla lettura contenutistica della scena, che appare risolta nella chiave di un’ariosa impressione. La stesura libera e semplificata, costruita direttamente attraverso il colore sulla tela, deriva da una riflessione sugli orientamenti di impronta verista del paesaggio italiano. Come sottolinea opportunamente Anna Ranzi, “macchie di colore giallo-aranciato intrise di luce accennano alle barche a vela poco sotto la linea di sutura tra il cielo e il mare e rivelano l’influsso dell’esperienza macchiaiola conosciuta durante il breve soggiorno fiorentino del 1868, mentre la giustapposizione di colori puri deriva dall’accostamento alla pittura napoletana della scuola di Resina, di stampo rossanesco” (Ranzi, 1995). Si può indicare una datazione allo scadere degli anni Ottanta”. (Source Anna Ranzi edixxon.com consulté le 11 octobre 2024)

Il pescatore ha abbandonato da qualche parte la barca che sfugge dall’inquadratura del pittore. La laguna torna ad essere protagonista contendendosi al 50% con il cielo il dominio dell’azzurro. Cinque vele arancione i ricordano che siamo nella realtà e non in una visione metafisica come in Virgilio Guidi. Ma una striscia di secca di “paluo“ in basso ci ricorda che il pittore si è posizionato sulla terra per riprendere il pescatore. Tutto è un pretesto per esaltare la dignità epica dello sforzo lavorativo dell’uomo. La figura è molto ingrandita per le abitudini di Ciardi. E’ vero che l’azzurro della laguna è dominante, come essa lo è nel titolo, ma è vero anche che il gesto del pescatore è solenne e colloca in una dimensione assoluta il suo lavoro, al di là del tempo e dello spazio. La visione non è metafisica, è realistica, ma il lavoro viene idealizzato e assurge a simbolo di valore assoluto. Nel suo isolamento, atipico in Ciardi, il pescatore assurge a monumento, diventa simbolo della laguna. Il lavoro è il senso della laguna. Un lavoro elementare: con i piedi nell’acqua bassa il pescatore raccoglie gamberi e piccoli pesci con la sua “volega”, un attrezzo che raschia il fondo e cattura nella sua rete triangolare piccoli crostacei e pesci che vi si trovano. Un lavoro abbastanza umile, non altisonante. Nulla è retorico in questo dipinto, ma tutto è solenne, nella sua semplicità e umiltà. Normalmente il pescatore che pesca con la volega lo fa dalla barca e, comunque, ha bisogno della barca per deporre i pesci o i gamberi catturati. Qui Ciardi ha voluto allontanare la barca per isolare il pescatore: lo vuole mettere in relazione solo con l’ambiente e con la natura, assolutamente idealizzata della sua semplicità. Lo vuole separare dagli altri lavoratori sia per fare percepire la sua condizione di solitudine, sia per elevarlo a simbolo unico e assoluto, astratto e ideale : la pesca e il suo protagonista, l’uomo che pesca, che guadagna da vivere per sé e la sua famiglia con il suo lavoro.(Source diarteedibellezza.wordpress.com, consulté le 11 octobre 2024)

Titre

Laguna di Venezia con pescatore

Titre Alternatif

Lagune de Venise et pêcheur

Éditeur

Milan, Fondation Caripio, Palais Melzi d'Eril, via Manin, 23 (IT)

Date

1885/1888

Format

Huile sur toile, 82 x 47 cm

Source

diarteedibellezza.wordpress.com (consulté le 11 octobre 2024)

Droits

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