Description

“Le ciaccole sono una delle caratteristiche più popolari in una città dalla conformazione urbanistica come quella di Venezia, della quale il modello ideale di visitatore tra Otto e Novecento, “può affermare con forza che essa sia la città della conversazione. La gente parla ovunque, [ … ] tra il popolo è come fosse sempre festa in famiglia”. La melodia che Henry James sentiva nelle”morbide elisioni” doveva accomunarsi, esaltandolo, all’aspetto “peculiarmente umano e cortese” dei veneziani quali anche li dipinge Ettore Tito. (…) Quella di fronte mostra il moto di sorpresa, come se sia stata colta nel flagrante di una confidenza e molto assomiglia all’ altra, ritratta nello stesso atteggiamento nel secondo piano di La fa la modela.” (AA. VV., Ettore Tito 1859-1941, Catalogo della Mostra a lui dedicata nel 1998 alla Fondazione Cini, Electa 1998, p. 198).
L’atteggiamento delle due donne in conversazione è molto diverso: quello della donna a sinistra è impettito e quasi offeso, risentito, sorpreso da qualcosa che le ha forse rivelato l’amica, è stata forse punta sul vivo in qualche nervo scoperto. Si ritrae un po’ all’indietro manifestando con la distanza fisica una intransigenza personale. Anche i vestiti parlano di due mondi diversi: la giacca nera fa pensare ad un “umor nero” Essa apparteneva al gruppo dei malevoli nel dipinto precedente. Dunque, si può pensare che appartenga simbolicamente al mondo della “chiacchiera” così come l’abbiamo delineata nel commento al dipinto precedente. Anche il linguaggio della mani va in questa direzione: essa oppone il ventaglio aperto verso l’amica in segno di difesa e di chiusura. L’altra persona che non vediamo se non di profilo francese, mi sembra appartenere ad un altro universo emozionale. Il suo portamento è dolce con la testa lievemente inclinata a guardare l’amica dal basso verso l’alto, in segno di umiltà. Le mani sono allungate e intrecciate a indicare un atteggiamento grazioso, dolce e mansueto. I suoi vestiti sono chiari: al nero della giacca si contrappone il puro candore del grembiule e l’azzurro chiaro della blusa, colori del cielo e della neve, che fanno pensare alla laguna, alla sua bellezza, alla sua luce.
Mi sembra che le due donne rappresentino simbolicamente l’universo femminile nella fattispecie della chiacchiera, ma secondo due griglie differenti di giudizio. La prima vestita di nero rappresenta il gossip nel suo lato deteriore che abbiamo descritto nel commento precedente. La seconda potrebbe rappresentare come Tito vede il mondo della conversazione femminile, necessaria occupazione delle donne veneziane (non dimentichiamo il dipinto di Carpaccio commentato in questo testo). C’è un modo di essere non deserto pur appartenendo al deserto, dice più o meno Calvino. Visto che non si può stare mute da parte delle donne, è possibile però che la loro conversazione non sia preda del vizio dell’invidia indotto dal sistema del Pensiero dominante, ma che sia virtuosa come auspicato dal Carpaccio. Tito vuole recuperare questa visione della conversazione domestica o anche di calle (che a Venezia e Chioggia è di fatto una appendice estensiva della casa) e mondarci un messaggio come antidoto al gossip e alle sue trappole anche per noi oggi. La figura femminile può, liberata dal dominio del PUD, essere strumento di verità, di adesione al cuore della Vita e di recupero delle relazioni empatiche e filiache (d’amore di amicizia). (Source Diarteedibellezza, consulté le 10 octobre 2024)

Titre

Le ciacole

Titre Alternatif

Les bavardes

Éditeur

Collezione privata (It)

Date

1883

Format

Huile sur toile, 32 x 24 cm

Source

Diarteedibellezza.wordpress.com (consulté le 10 octobre 2024)

Droits

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