Description

“Il soggetto si associa al diversificato numero di lavori di Alessandro Pomi che trattano figure adolescenziali stagliate sullo sfondo limpido delle acque salmastre o tra gli anfratti degli scogli (come in Sulla diga) e che lo segnalano lungamente come pittore soprattutto di marine. Il quadro permette poi di scorgere qualche rimando a taluni motivi assolati di Sorolla, filtrati attraverso le scelte visuali di Ettore Tito”. (Source Alessandro_Pomi_Galleria_Multimediale consulté le 11 octobre 2024)
Il giovane pescatore non solo ci volge le spalle, ma anche non ha nessun attrezzo per definirlo pescatore: dobbiamo fidarci ciecamente sulla parola dell’autore. Ma in questo dipinto non ci viene data l’essenza della pesca, come in altre opere di Ciardi, ad esempio. No, viene offerta alla nostra contemplazione la giovinezza che vuole diventare o che diventerà pescatore. Pomi, mentre descrive apparentemente una realtà, ci mostra di sottobanco l’essenza di questa realtà. Ci fa vedere, dunque, uno “scugnizzo” della laguna, non in azione ma in contemplazione del mare e in attesa di fare il pescatore. Dunque, ci protende al futuro nella azione del pescare, mentre con la vista ci fa vedere un ragazzino proteso verso la laguna che è seduto su una dighetta (“pennello” tecnicamente) a sua volta protesa verso il blu dell’acqua, che confina con una stretta fascia di cielo celestino. Quello che domina è la grande massa di acqua, visto come l’orizzonte è alzato, e questo protendersi verso di essa sia dello scoglio, sia del “giovane pescatore”. Il futuro, la Vita stanno per il ragazzino nella grande massa liquida, è evidente e non bisogna nemmeno spingere eccessivamente verso il simbolismo, che è molto pregnante in Pomi. Qui sono le cose stesse che parlano un linguaggio esplicito: l’acqua della Laguna è la Vita originaria e senza artificiosità, senza manipolazioni date dal potere e dalla ideologia. Solo una bricola e due minuscole vele  rappresentano l’intervento umano in questa distesa di acqua in perenne movimento (moto ondoso) che rappresenta l’Essere immenso. Il ragazzino è pensoso di fronte a questo misterioso tutto, come la giovane bambina portoghese nella canzone di Guccini, commossa e un po’ intimidita da questa imponenza della realtà che si offre, a lei come al ragazzino del nostro quadro, attraverso il mare. Il ragazzo poggia sulla diga costituita da pietre solide, bianco rosate, che simboleggiano, invece, la vita presente e la vita reale, concreta. La Laguna rappresenta il futuro infinito delle possibilità, il cambiamento costante e la distesa liquida e orizzontale della grande massa delle cose, mentre la diga, con i suoi sassi duri, pesanti, rigidi rappresenta la vita quotidiana con tutti i suoi limiti e condizionamenti. Il ragazzo è in bilico fra questi due mondi, quello del quotidiano dominato dalla apparenza, dalla limitazione della nostra libertà e dal dominio dle potere (diga) e quello della prospettiva di appartenere alla Vita, di tuffarsi dentro il mare infinito dell’essere, di essere il capitano della sua stessa anima, ma non in antitesi con la Vita, bensì in un abbraccio di appartenenza totale ad essa. (Source diarteedibellezza.wordpress.com, consulté le 11 octobre 2024)

Titre

Giovane pescatore

Titre Alternatif

Jeune pêcheur

Éditeur

Collezione Banca Popolare FriulAdria (IT)

Date

1920

Place

Couverture temporelle

Format

Huile sur toile, 60 × 49,8 cm

Source

diarteedibellezza.wordpress.com (consulté le 11 octobre 2024)

Droits

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