Description

Comédie dramatique
[Synopsis}
Sous le fascisme, la chronique d'une année dans la petite ville de Rimini, vue à travers la famille de Titta, collégien adepte de l'école buissonnière

È uno dei film più noti del regista, al punto che la parola Amarcord, univerbazione della frase in lingua romagnola "a m'arcord", cioè "io mi ricordo", è entrata nell'immaginario collettivo diventando un neologismo della lingua italiana, con il significato di rievocazione in chiave nostalgica

Amarcord è senza dubbio il più autobiografico dei film del regista riminese: il titolo stesso è un'affermazione che in dialetto romagnolo significa "mi ricordo". I ricordi di Fellini sono raccontati attraverso gli occhi del personaggio che gli fa da alter ego (interpretato questa volta non da Marcello Mastroianni ma da Bruno Zanin): il suo paese, la sua giovinezza, i suoi amici e tutte le figure che gli giravano attorno.

L'elemento autobiografico nell'arte di Fellini, è senza dubbio quello preponderante, basti pensare a Intervista, Roma ed a I vitelloni: quest'ultimo caso, può essere considerato il "seguito" di Amarcord: i ragazzi sono cresciuti, i problemi sono altri, ma possiamo sempre riconoscere in Moraldo, il giovane che alla fine del film abbandona il paese natale per andare a vivere in una grande città, il giovane Fellini, che abbandona Rimini verso Roma. Un'ulteriore vena di "passato" la troviamo nelle musiche del maestro Nino Rota: musiche dolci, leggere come i ricordi che accompagnano e mostrano agli occhi degli spettatori.
Il ritorno di Fellini in Romagna si celebra dunque attraverso i piccoli accadimenti di una Rimini in pieno trionfalismo fascista tutt'altro che esaltato.[9] Il ventaglio di una vita si apre nella coralità di un'opera degna del miglior Fellini, non a caso premiato con l'Oscar. Grazie alla collaborazione dello scrittore Tonino Guerra, davanti agli occhi dello spettatore sfila una ricchezza tale di volti e luoghi, divertimenti e finezze, malinconie e suggestioni, da far apprezzare il film a tutto il mondo. Attraverso i toni della commedia venata di malinconia, Amarcord distilla generosamente umori e sensazioni.Tutto ciò è riconoscibile nel film ma, come sottolinea Mario Del Vecchio, è la sostanza poetica che salta agli occhi. I protagonisti di Amarcord, e soprattutto le figure di contorno, non solo sono caricature di altrettante persone colte in un particolare momento storico; piuttosto, sono tipi universali, che vanno oltre la dimensione temporale per diventare immortali come, appunto, la poesia.