Description

"Verso l’alba, mi giunse da un giardino di fuori il canto di un galletto ; e allora, senza aprire gli occhi, fra un dormiveglia indovinai l’isola che si schiariva incominciando dall’ultima striscia del mare, fino alle spiagge di rena coi monticelli di alghe diacce. E i diversi colori delle case, i bei giardini pieni d’aranci, di limoni e di dalie. Perché Nunz. non era morta, anelavo di tornare a correre vittorioso sulle mie terre, come un Gran Valvassore che abbia riavuto il suo feudo! [...] Il giorno seguente fu, per noi, fin dal risveglio, una festa felice. La luce si era levata così limpida, che pareva d’essere in aprile, invece che al 23 novembre; e, dopo aver dormito fino al tardo mattino, io feci una corsa alle spiagge e al molo, risalendo poi dalla parte della piazzetta. Il mare, l’aria e tutte le cose che incontravo sulla strada dividevano la mia felicità, quasi che l’intero universo fosse la mia famiglia. I giardini sui lati della strada, che, ieri notte, sembravano dei miraggi desertici, che si scostassero da me, oggi mi festeggiavano fedeli. E di nuovo io mi sentivo innamorato della mia isola, tutto ciò che sempre m’era piaciuto tornava a piacermi, perché Nunz non era morta."

Titre

L'isola de Arturo [Extrait]

Éditeur

Mondadori (Milano)

Date

1988

Langue

Source

Elsa Morante, L’isola di Arturo, Opere, Meridiani, vol. I, Milano, Mondadori, (1957), 1988, pp. 1169-70

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